Basilica di Santa Maria

La basilica intitolata a Santa Maria è ricordata per la prima volta in un documento del 598: del primitivo complesso episcopale restano solamente in alcuni reperti marmorei conservati presso il Museo Civico.

Agli inizi del XII secolo fu posta la prima pietra della nuova basilica, dominata dal campanile romanico eretto da maestranze lombarde, a lungo attive in territorio sabino. Il portico, eretto nel 1458 dal vescovo Angelo Capranica, collega lo spazio esterno alla chiesa, con il suo ampio sagrato, e l’interno, costituito dall’ampia aula basilicale arricchitasi a partire dal XV secolo dalle ricche cappelle delle navate laterali.

La sobrietà della facciata della cattedrale è esaltata dal raffinato fastigio duecentesco del portale centrale, in cui s’intrecciano, dagli stipiti all’architrave, ricche volute vegetali e figurazioni animali.

Scorrono, a destra, le cappelle dedicate a San Vincenzo Ferreri e della beata Colomba, San Rocco, San Giuseppe, San Carlo in cui si ammirano dipinti degli artisti Giuseppe Viscardi (XVIII sec.) Andrea Sacchi e Vincenzo Manenti (XVII sec.).

All’innesto dei bracci della croce latina si aprono a destra e sinistra le porte che, attraverso due scalinate, danno accesso alla cripta: la basilica inferiore della cattedrale si estende infatti per l’intera area del soprastante transetto.

La cripta è composta da un’absidiola ad emiciclo, a cui si accede attraversando un ambulacro suddiviso da nove navatelle sostenute da sedici colonne, provenienti da edifici preesistenti: una di esse è un’antica colonna miliare.

La navata destra è conclusa, in fondo, dalla ricca cappella della Compagnia del SS.Sacramento, dalla luminosa policromia degli stucchi, opera pregevole dell’umbro Gregorio Grimani.

Dalla parete di sinistra della cappella, si ammira l’abside della cattedrale nelle sue maestose forme tardo-settecentesche.

L’imponente ciborio fu eretto all’inizio del XIX secolo; nel 1827 furono completate le pitture dell’abside e della cupola, ricostruita ex novo dopo le lesioni dovute al terremoto del 1785.

Simmetrica rispetto alla cappella del Sacramento è la cappella dedicata alla Madonna del Popolo, aperta in fondo alla navata di sinistra. Dopo il Coro d’Inverno, in cui è collocato il nuovo Fonte Battesimale, si apre la Sagrestia Maggiore: scorrono intorno alle pareti pregevoli stigli in noce,.opera di maestri ebanisti del XVIII secolo, recentemente restaurati e riportati all’antico decoro. Segue la cappella dedicata a Santa Barbara, patrona della città, la cui effigie fu scolpita da Giannantonio Mari su disegno di Gian Lorenzo Bernini. La statua è collocata su di un alto basamento nel quale spiccano a bassorilievo le armi da fuoco poste sotto la protezione della santa.

Si apre quindi la cappella dedicata a Santa Caterina, cappella gentilizia dei conti Vincenti Mareri, allestita su progetto del Valadier nella prima metà del secolo XIX.
Si apre quindi la cappella del Crocifisso, sobria nel suo impianto, caratterizzato dalla livida luminosità profusa dalla nicchia dell’altare, che ospita un croce lignea.

Le pareti e la volta della cappella furono affrescate nel 1900 da Antonino Calcagnadoro.
A fianco della cattedrale, collegata anch’essa dal portico quattrocentesco, è la chiesa di San Giovanni in Fonte, che ospita da oltre un ventennio il Museo del Tesoro del Duomo: dell’antico Battistero restano i due affreschi delle nicchie nella parete destra e l’elegante Fonte battesimale quattrocentesco, costituito da una vasca marmorea, chiusa da un coperchio, finemente decorata da elementi marini.

Interno basilica di Santa Maria
2023-10-06T11:41:28+00:0018 Novembre 2021|

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