Pier Luigi Mariani

Nacque il 24 luglio 1908 a Rieti in via Roma, nell’abitazione dei propri genitori Elena Fulio Bragoni e Gioacchino Mariani, possidente. Ebbe due fratellini minori: Mario, nato nel 1910 e Carolina, nata nel 1911, morta a soli 33 anni. Ebbe un’infanzia agiata, ma priva delle cure della madre, che gli morì l’11 aprile 1911.

Nel 1915 il padre Gioacchino sposò in seconde nozze Maria Anna Tuzi, di 18 anni più giovane di lui. Dopo le Scuole elementari frequentò le Superiori ed ebbe come compagni di classe Renato Lucarelli ed Indro Montanelli. Al liceo ebbe come compagna di scuola Teresa Petrini, detta “Ornella”, che diventerà sua moglie. Ancora giovane studente, lasciò gli studi per divenire autodidatta poeta, drammaturgo ed interprete sensibile della poetica greca.

Negli anni venti, si impiegò, come cancelliere, alla Procura di Milano. Nel 1931 tornò a Rieti, lavorando come impiegato nella “Federazione Fascista”.  Da allora ebbe un’intensa attività letteraria, teatrale e poetica. Ebbe l’intuizione di portare sulle tavole del teatro Flavio Vespasiano la vita del vicolo di una Rieti più bella e più ricca nei sentimenti.

Fu l’inventore del teatro dialettale reatino, suoi i quattro capolavori: “L’amore ‘ncagnarellu”, “Lu Piccaru”, “Lu Cuccumellu”, “Riète Mèa”. Mariani fu anche l’autore del testo di tutte le più famose canzoni in dialetto, musicate da Giovanni Marconicchio. Morì a Rieti in 16 maggio dell’anno 1952, rimpianto da tutti e ancor oggi nessuno è riuscito a superarne l’arte di fare teatro con la lingua verace di Rieti.

Le Opere:   “Dal mio campanile” raccolta di sonetti in vernacolo reatino “Garbino” raccolta di poesie, con dedica a Lionello Fiumi – Ed. “Il Girasole”, stampato nel maggio 1950 in 300 esemplari, numerati. “Corona” antologia di lirici greci, da lui stesso tradotti per le Ed. “Il Girasole”. Tip. fratelli Faraoni. Primavera del 1945. “Costellazione” liriche. Ed. “Il Girasole”. “Terrena Estate” raccolta, con dedica al padre, della collana di poesie a cura di Mario Gastaldi, a stampa delle Arti Grafiche Nobili, del 27 ottobre 1937. Ed. “Quaderni di poesia”. “Cielo del mio paese” Ed. “Collana di Misura” Bergamo 1947. (Premio di poesia Isola d’Elba e premio Sibilla – 1948). E’ morto il 16 maggio 1952.

A cura di Vincenzo Marchioni

Dal mio campanile Oh! Mmo’ che stajo su nnu campanile,
ma’ mme nne òglio fane dde risate!
Mm’ òglio abbottà dde gustu lu rocile,
bbòglio cantà a cciccòna e ffa’ a ssassate! Mo’ stajo ‘n cima a tuttu, e sso ‘n zignore,
e mme la canto a ffrorza dde sonitti;
apprétto chi bbò nasce e cchi sse mòre,
e sse mme pare bbajo pe li titti. Da ddècco su me gnòtto lo serinu,
dda ddècco su me godo tuttu àntu,
e la campagna rossa tengo ecinu. Scròpo tuttu lo pianu, e sso ccontèntu,
bbèdo Riète meu dde sòle pinu,
bbèdo li fattarèlli a ccèntu a ccèntu!

2022-08-24T14:43:15+00:0029 Marzo 2021|

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